
Scompenso cardiaco: una patologia cronica che deve essere conosciuta e riconosciuta.
Lo scompenso cardiaco è sempre al centro dell’attenzione dei cardiologi. Il numero dei casi è in una fase di crescita rapportabile con l’aumento dell’età media della popolazione e di vita che possono condurre a patologie importanti, quali ad esempio il diabete. Si calcola che in Italia soffrano di scompenso cardiaco circa 6 milioni di persone, un numero certamente elevato ma riferibile al fatto che il 50% della popolazione nazionale è di età superiore ai 50 anni.
Cos’è lo scompenso cardiaco?
Lo scompenso cardiaco è contraddistinto da un deterioramento della funzione del cuore che impedisce il giusto apporto di sangue all'organismo. Quindi, il cuore non è più in grado di pompare la quantità di sangue necessaria al nostro corpo, determinando un sovraccarico pressorio che provoca sintomi e, nel tempo, compromette la funzionalità del cuore.
Si tratta di una condizione cronica con fasi di aggravamento e, come sempre, una diagnosi precoce permette di migliorare l’aspettativa e la qualità di vita.
Quali sono i sintomi dello scompenso cardiaco?
I sintomi sono vari e possono essere la spia di altri disturbi meno allarmanti, soprattutto se presenti solo in parte. Alcuni sono addirittura abbastanza comuni in periodi di stress o in presenza di disturbi come la cattiva digestione; tuttavia, non devono essere sottovalutati (capita siano sottostimati anche dal medico, proprio per la loro scarsa peculiarità) e una visita cardiologica è comunque sempre consigliabile.
Ecco i sintomi principali:
- Affanno, anche dopo un minimo sforzo, una breve camminata o quando ci si sdraia;
- accelerazione del ritmo cardiaco;
- spossatezza;
- sonno difficoltoso (breve o con frequenti risvegli) a causa di problemi respiratori, a cui si aggiunge un aumento delle minzioni notturne;
- gonfiore di piedi e gambe;
- perdita di appetito e gonfiore o dolore addominale;
- tosse con espettorato schiumoso o catarro;
- confusione mentale e, talvolta, calo significativo della capacità mnemonica.
Le cause dello scompenso cardiaco.
Come spiega il Dottor Sebastiano Marra, cardiologo dell’Ospedale Koelliker di Torino, “la Società Europea di Cardiologia elenca 14 cause diverse per lo scompenso cardiaco, ma le più frequenti sono 5. Eccole in ordine decrescente di frequenza:
È raro che questa patologia, si presenti prima dei 50 anni d’età e percentuali significative si rilevano negli over 65, con una progressione significativa a partire dai 70-75 anni.
Da tenere sotto controllo il peso corporeo (l’obesità può essere una causa), i valori glicemici e pressori.
Come si diagnostica?
Il primo passo è la visita cardiologica, durante la quale il medico procederà all’anamnesi del paziente (storia clinica e sintomi) e a un esame fisico. In base a quanto emerso in questa fase, potranno essere richiesti accertamenti. Attualmente la diagnostica medica ha a disposizione numerosi mezzi in grado di rilevare lo scompenso cardiaco anche in fase precoce, attraverso esami di laboratorio e strumentali come:
- elettrocardiogramma,
- ecocardiogramma,
- risonanza magnetica cardiaca,
- dosaggio nel sangue dei peptidi natriuretici (molecole prodotte principalmente dal ventricolo sinistro).
Le prospettive di cura.
Se da un lato negli ultimi decenni è aumentato il numero dei pazienti con scompenso cardiaco, dall’altro la prognosi è decisamente migliorata con una significativa riduzione della mortalità. “La cronicità rappresenta il vero e maggiore problema – spiega Marra -. Abbiamo dalla nostra parte strumenti terapeutici, farmaci e devices, sempre più efficaci. Di contro, le armi a nostra disposizione non risolvono il problema causale dello scompenso cardiaco. Tuttavia, ora riusciamo ad allungare la sopravvivenza e, soprattutto, la qualità di vita dei pazienti, almeno fino a quando le varie comorbilità (perlopiù generate dall’età avanzata) non impongono l’interruzione delle cure. Inoltre, per il benessere psicologico, si tenta di ridurre i tempi di ricovero ospedaliero”.
In questo senso, un enorme aiuto arriva dalla telemedicina (sicurezza nella domiciliazione del paziente, riduzione delle visite ambulatoriali e delle re-ospedalizzazioni), purtroppo non ancora facilmente disponibile sul territorio.
Criticità nel paziente anziano.
Come già detto, lo scompenso cardiaco è una patologia prevalentemente senile. Il Professor Mario Bo, direttore dell’unità di Geriatria dell’Ospedale Molinette di Torino, non può mancare di rilevare le criticità nella cura del paziente anziano che, peraltro, spesso viene ricoverato nei reparti di geriatria e non nelle cardiologie. I problemi sono legati alle comorbilità (i soggetti molto anziani facilmente sono diabetici e/o con scarsa funzionalità renale, eccetera) e, spesso, a un precario stato cognitivo Le nuove terapie farmacologiche, i cui trial clinici sono condotti su soggetti meno avanti con gli anni o comunque con un migliore stato di salute, possono presentare effetti avversi rischiosi.
“Le terapie che abbassano troppo rapidamente la pressione arteriosa o che riducono eccessivamente la volemia (i diuretici) possono provocare episodi ipotensivi, sincopi, cadute e, in pazienti con precaria funzionalità renale, un danno renale acuto. In questi pazienti e, quindi, imprescindibile, una valutazione globale dell’individuo. Quindi, è necessario orientarsi verso una terapia individualizzata e mirata a garantire il massimo beneficio possibile con il minor rischio di eventi avversi, ottenibili solo con un’attenta sorveglianza clinica e rivalutazioni ravvicinate… senza mai negare il giusto farmaco al giusto paziente.”